Io ti amerò comunque

Tratto da “Open Letter to My Unborn Daughter (or Son)”, di Staceyann Chin, scrittrice, poeta, attivista, 23.8.2011 – The Huffington Post. Trad. Maria G. Di Rienzo




Cara Figlia (o caro Figlio),

alcune persone sono preoccupate. (…) Pensano che sapere troppo sul tuo padre biologico, o saperne troppo poco, o avere una madre apertamente omosessuale, o due, ti causerà dolore non necessario. Ho preso in considerazione i loro input ed ho deciso di scriverti una lettera aperta su tutto questo.

Comincio con il riconoscere che ci saranno difficoltà nella tua vita: ognuno ne ha. E il mondo in cui viviamo è crudele, ingiusto e zeppo di diseguaglianze che tu finirai per conoscere sin troppo bene perché (ma non solo) sarai nera, figlia di un’immigrata lesbica rompiscatole, casinista e dissidente. La tua vita non comincerà in una condizione economica di benessere. E il modo in cui sei stata concepita ha dato inizio ad accese discussioni in cui i perfetti sconosciuti come gli amici hanno mostrato quanto sia complicato essere umani ed essere vivi nell’era dell’informazione.

Sono passati tre mesi da quando ho visto quella sbiadita seconda linea sul test di gravidanza fatto in casa. Non so bene cosa mi aspettassi, ma certamente non una corsa in salita contro il mio stesso corpo. Non voglio contrattare su questo. Sapevo bene che avresti cambiato la mia vita. Solo, non sapevo in che misura, ne’ quanto mi sarei sentita sola a percorrere questa strada senza una partner.

Non fraintendermi. Non ho alcun rimpianto. Lo rifarei immediatamente se questo significa che poi esploreremo questa vita in continua evoluzione insieme. Sto già meglio per l’aver deciso di cominciare il viaggio che mi porterà ad avere una famiglia. La speranza è tornata nel mio cuore. Sono in grado di veder miracoli nella vita quotidiana, di scoprire la celebrazione della più piccola delle vittorie. Ed ogni giorno in cui mi sveglio respirando, e tu fluttui dentro di me, sono grata e cerco modi di dimostrarlo.

Temo però di non star maneggiando gli aspetti fisici della gravidanza molto bene. Tutto in me sembra incerto, fluente: la mia pelle, il mio stomaco, i miei seni, le mie papille gustative, le mie viscere, le mie emozioni, la mia capacità di mangiare quello che desidero: ogni aspetto di me è diventato un imprevedibile allarme, qualcosa che minaccia ogni volta di andar storto. L’unica cosa che mi mantiene sana di mente e in grado di sopravvivere a qualsiasi disastro è la volontà di diventare tua madre. (…) Ma ti devo dire che quelle immagini di donne incinte che ho visto sui magazine e sui siti web sono decisamente fuorvianti. Io non ho avuto un singolo momento che assomigli alla calma totale di cui sono infuse. Da mesi, ormai, rigetto un pasto su due. Non riesco a dormire più di due ore consecutive, perché devo alzarmi a fare la pipì 4 volte per notte.
Nulla di piccante è passato attraverso le mie labbra giamaicane da dio sa quando. Posso passare dal sentirmi sazia al sentirmi affamata in tre minuti – e se non mangio immediatamente i conati di vomito che seguono mi lasciano a stento in grado di respirare distesa sul pavimento del bagno. I miei movimenti intestinali assomigliano un po’ all’economia mondiale: sforzi volonterosi largamente inutili.

Sto anche avendo i più creativi degli incubi. (…) Ho sognato di mettere al mondo un cucciolo, un pappagallo, un libro di poesie ed un bambino con la faccia (e le politiche) di George W. Bush. Alcune notti ho persino paura di addormentarmi, di sognare un qualche nuovo orrore da cui non riuscirò a svegliarmi. Sopporto tutto questo senza che ci sia nessuno a carezzarmi la schiena e i capelli, ad abbracciarmi gentilmente ricordandomi che gli incubi non sono reali. Perciò ogni volta in cui vedo la fotografia di qualche donna incinta con le mani posate soavemente sul ventre gonfio, che esibisce quel sorriso beato, sento l’urgenza di lottare con lei rotolando a terra, e di chiederle perché sta perpetuando la bugia che la gravidanza sia un processo privo di stress, in cui le donne diventano l’immagine della gioia perfetta. (…)

Inoltre, sono ossessionata dalle tue piccole mani, piedi e orecchie che si sono già formate dentro di me. Mi chiedo se tutto è come dovrebbe essere. E mi domando se sono già una cattiva madre a concentrarmi sulle dita, le ciglia o i reni che potresti avere o non avere. Inutile dirlo, in questo momento sono un completo disastro. Mi arrovello su qualsiasi cosa. Voglio che tu arrivi con tutte le tue parti al posto giusto. Voglio tu sappia che – nonostante quel che la gente dice del tuo concepimento tramite fecondazione assistita – io ti amo già, e mi preoccupo per te, e voglio il meglio per te. Voglio tu sappia che ho fatto una pletora di errori in vita mia, che ho urtato amanti, cugini e amici ed estranei. Non sono perfetta, e desidero scusarmi per tutti gli errori che ho già fatto con te, in special modo per quelli di cui non sono neppure consapevole.

E vorrei fare un patto con te: che tu ed io si sia d’accordo sull’essere comprensive, leali ed oneste, e piene di compassione l’una per l’altra, e per le persone che non sono proprio come noi vorremmo che fossero. Mi piacerebbe se tu ti unissi a noi nel contrastare gli ignoranti pieni di odio che vogliono togliere alle donne i diritti riproduttivi, o che etichettano e valutano le persone basandosi sul colore della loro pelle, o su che compagni scelgono, o sulla parte di mondo da cui provengono. Crescendo, ti accorgerai che persone spaventose e potenti hanno ridotto ad una parodia il nostro bellissimo pianeta, e che le ideologie socio-politiche che controllano i nostri modi di vivere sono di mente ristretta e condite di bigottismo.

Sarebbe una dolce vendetta crescere una figlia o un figlio che durante la sua vita tenterà di disfare tutto questo. Ma ti prometto che anche se sceglierai di non farlo, io ti amerò comunque. Ce la metterò tutta nel sostenerti mentre ti farai strada nel mondo; tenterò di sorridere prendendo un morso dal tuo sandwich mezzo mangiato e pieno di saliva; ti festeggerò in ogni caso, che tu sia no al primo posto; sarò presente nei momenti importanti della tua vita e ti lascerò sempre spazio per esplorare ciò che vuoi essere.

Creatura mia, queste promesse sono solo ciò che io intendo fare. Ti garantisco il permesso, quando verrò meno a queste grandiose intenzioni, di sventolarmi davanti questa lettera e di ricordarmi cos’ho scritto molto tempo prima che tu nascessi. Con amore, e nella speranza che tu arrivi sana e salva, tua madre Staceyann Chin.

Nessun commento:

Posta un commento